Volete saperne di più sulla storia della roulette e del gioco d'azzardo in generale? Su una cosa vogliamo fare assoluta chiarezza: la nascita del gioco più amato del casinò dal vivo non è merito di una sola persona, ma piuttosto della fusione di una serie di altri giochi sviluppatisi nell'Europa del 16° e 18° secolo.
Come già sappiamo, Internet è popolato da molte inesattezze in merito all'origine di questo gioco (addirittura un falso mito narra che ci sia di mezzo un patto con il diavolo, è quindi nostra intenzione delucidare i lettori sulla storia del gioco d’azzardo, e in particolare, sulla vera storia della roulette!
Antonio Lamagna, esperto di gioco e autore del libro “Da zero a trentasei - Guida completa alla roulette” (2014), ci accompagna in questa breve revisione della storia della roulette, e ci presenta i suoi giochi “antenati”, quelli che hanno storicamente ispirato e modellato, uno dopo l’altro, tutti gli elementi più strutturali della roulette, comprese le sue regole e le tecniche di gioco.
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Sommario:
Viene spesso riportato che Blaise Pascal, fisico e filosofo francese del diciassettesimo secolo, ebbe un ruolo centrale nell’invenzione di questo gioco, ma questa affermazione è totalmente errata ed è frutto di una cattiva interpretazione.
Infatti, come ci ricorda Antonio Lamagna, seppure è vero che Pascal scrisse un trattato sulla “roulette”, è anche vero che con questo termine intendeva descrivere una cicloide, quella che in italiano viene definita “rulletta” o “polare mobile”, ossia, una curva! Il fatto che Pascal possa quindi essere stato l’ideatore della roulette è una pura congettura, dato che il suo trattato riguarda la geometria delle curve e non ha nulla a che fare con il gioco della roulette.
Un’altra speculazione è che la roulette sia stata inventata nel 1843 da Françoise Blanc, il famoso imprenditore francese proprietario del casinò di Bad Homburg e di Monte Carlo. Sebbene Blanc ebbe il merito di rinnovare la struttura della roulette rimuovendo la casella del doppio zero (creò quindi quella che ancora oggi viene chiamata “roulette francese a singolo zero”), il gioco in sé esisteva già da tempo senza dubbio alcuno!
Come abbiamo già menzionato, la nascita della roulette non fu opera di un singolo individuo, bensì deriva dall’evoluzione di una serie di altre attività ludiche in voga nei secoli scorsi (come vedremo fra poco), tramite le quali il popolo soleva giocare soldi per strada.
Come ampiamente illustrato da Lamagna nella sua opera dedicata alla roulette, il funzionamento e i termini di gioco furono influenzati in modo fondamentale da una serie di altri giochi preesistenti che si sono evoluti e convoluti nel tempo. Vediamone assieme qualcuno!
La primissima testimonianza di una ruota simile a quella della roulette è da ricondurre addirittura all’età greco-romana! Infatti, la rota fortunae è fra i primi antenati attendibili della roulette, e ovviamente, anche della ruota della fortuna. Si tratta di una loro versione ancora embrionale, considerata dagli storici come la prima forma di intrattenimento e gioco d'azzardo nell’antica Roma.
All’epoca veniva impiegata una ruota di carro sostenuta orizzontalmente da un perno, i cui raggi dividevano la ruota in settori diversi sui quali poi legionari e combattenti scommettevano del denaro fra di loro. Famosa anche fra i guerrieri greci, una variante prevedeva l’uso di uno scudo da battaglia al posto della ruota, che veniva fatto girare con l’aiuto di una punta di lancia.
💡 Lo sapevi? Tramite i tarocchi e le rappresentazioni iconografiche che ci sono giunte dal periodo medievale, sappiamo che la rota fortunae venne poi tramandata per centinaia di secoli!
La ruota della fortuna subisce nel tempo diversi cambiamenti, pur mantenendo un concetto simile di base. In epoca moderna, in particolare attorno al ‘500, si diffonde un gioco conosciuto come girella, popolare soprattutto in Italia. In questo caso la ruota veniva fatta girare perpendicolare al terreno, in modo che più giocatori potessero assistere alla rotazione in pubblico, fatto che la trasformò quindi una vera e propria attività ludica e di gruppo.
Nella girella fanno anche la prima apparizione i numeri e i tradizionali colori rosso e nero—probabilmente per far distinguere meglio le varie sezioni della ruota ai primi spettatori.
Un altro gioco che in Italia può facilmente considerarsi un lontano parente della roulette è il lotto reale, conosciuto anche con il nome di biribissi. Questo gioco non consisteva affatto in una ruota, ma piuttosto in una semplice tavola pieghevole dotata di 36 caselle, ognuna decorata con un numero e una iconografia diversa.
💡 Lo sapevi? I giocatori del lotto reale potevano piazzare le loro scommesse sui numeri pieni ma non solo, era comune anche puntare sul rosso o nero, pari o dispari, e molte altre combinazioni familiari alla roulette! Inoltre, in base al tipo di raffigurazioni realizzate sulla tavola, si poteva puntare anche sui disegni veri e propri, per esempio, donne, uomini, frutta, uccelli, fiori, eccetera.
Un’altra forma di gioco d’azzardo tutta italiana da cui la roulette ha ereditato diversi elementi è l’hoca, e in particolare, il primo piatto rotante, la pallina e il numero zero. I giocatori potevano puntare le proprie scommesse sui numeri riportati in alcune buche situate lungo il perimetro esterno del piatto, dopodiché la pallina veniva lanciata al suo interno mentre si faceva girare il piatto in senso opposto. Il numero sortito andava quindi a designare una vincita, a meno che non si trattasse del numero 0, caso in cui il banco incassava tutte le scommesse! Vi ricorda forse qualcosa?
La boule, invece, fu un altro gioco del diciottesimo secolo ma di origine prettamente francese, che ricorda molto la roulette odierna sia per la struttura del piatto che per la tecnica di gioco. Sul piatto erano presenti due cerchi concentrici, ognuno con 18 buche numerate dall’1 al 9, quindi ogni numero veniva ripetuto per quattro volte sulla circonferenza; il numero 5 assumeva la funzione che spetta allo zero nella roulette odierna, per cui, se veniva sortito, il banco incassava subito tutte le vincite.
💡 Lo sapevi? La boule non divenne mai particolarmente popolare poiché il banco aveva un netto vantaggio sui giocatori: dato che il numero 5 era riportato ben quattro volte sul piatto, per ogni rotazione c’erano 4 possibilità su 36 che uscisse e che facesse quindi perdere la scommessa a tutti i giocatori!
Il Roly Poly e il gioco dell’Even-Odd si diffusero agli inizi del ‘700 nel Regno Unito e sono anch'essi da considerarsi autentici precursori della roulette, soprattutto poiché furono, con molta probabilità, i primi a introdurre il lancio della pallina all’interno di un cilindro. Le fonti in merito sono in realtà contraddittorie, ma si può presumere che entrambi i giochi utilizzassero lo stesso regolamento e che il nome diverso fosse in realtà un espediente per aggirare la legge che aveva proibito i giochi d’azzardo.
Così nacque il gioco dell’E-O, ovvero even (pari) e odd (dispari), sulle orme del suo predecessore Roly Poly. All’interno di un cilindro vi erano 20 sezioni considerate “pari”, 20 sezioni considerate “dispari”, più 2 sezioni contraddistinte dal numero zero. I giocatori potevano piazzare quindi solo due tipi di scommesse, pari oppure dispari, mentre lo zero ovviamente faceva vincere il banco.
Seppur il gioco d’azzardo era praticato già in epoca romana, la sua diffusione vide un rapido sviluppo soprattutto durante il ‘600 e il ‘700. In questo stesso periodo, molti giochi d’azzardo cominciarono a venire classificati come “giochi proibiti” e furono presto relegati alle bische clandestine e ai circoli privati, lontano dagli occhi del clero e dello stato.
Uno per volta, i giochi d’azzardo vennero condannati e censurati in un registro, dove era necessario specificarne il nome e il regolamento. Per questo motivo, abbiamo oggi una documentazione sufficiente per dimostrare che la roulette non è nata grazie a una “invenzione”, bensì grazie al continuo mutamento e cambio di nome di alcuni giochi di scommesse popolari all'epoca, dai quali la roulette ha evidentemente preso in prestito tutti gli elementi fondamentali. In effetti, per eludere la messa al bando dei giochi proibiti era sufficiente reinventarsi un nuovo nome e modificare leggermente le istruzioni di gioco!
Così si svilupparono dei giochi molto simili ma con nomi diversi, semplicemente per arginare il fatto che fossero al tempo illegali (vedi a esempio la storia anglosassone del Roly Poly e dell’Even-Odd). Per la stessa ragione, in quel periodo si assiste anche a una diffusione più rapida: fonti storiche confermano infatti che il biribissi era praticato e regolamentato già nel 1665 nel Ducato di Savoia, ma giunse in Francia con il nome di biribì non appena il gioco fu reso illegale in Italia.
Conoscendo questi dati, sappiamo per certo che la roulette nacque verso alla fine del ‘700, ma non fu opera né di Pascal, né di Blanc. In conclusione, Lamagna ci ricorda anche che:
"*Se proprio vogliamo trovare una correlazione tra Blaise Pascal e il gioco della roulette, possiamo sottolineare che Pascal lavorò per un lungo periodo alla progettazione di una macchina dal moto perpetuo. Voleva inventare un meccanismo che permettesse a una ruota di ricevere una spinta iniziale e poi non fermarsi mai. A tale scopo, cercò di inventare dei sistemi che riducessero l'attrito e, fra questi, un motore dotato di cuscinetti a sfera—un sistema simile a quello che ancora oggi permette alle roulette dei casinò di girare così a lungo senza fermarsi. Ma, diciamolo una volta per tutte, smettiamo di dire che Blaise Pascal ha inventato la roulette!*”
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