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Commento della 31° Giornata di Serie A 2024-25 | A cura di Stefano Olivari

La Serie A 2024/25 dopo la trentunesima giornata

8 Aprile 2025 - di Stefano Olivari

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A sette turni dalla fine della Serie A 2024/25 tutto è ancora aperto, dalla lotta scudetto fra Inter e Napoli a quella per la salvezza, almeno per due posti su tre (attualmente sarebbero in B Empoli e Venezia, oltre al Monza), passando per i piazzamenti da Champions.

Le quote scudetto di LeoVegas di fatto riguardano soltanto Inter e Napoli, rispettivamente a 1.25 e 3.75, mentre già l’Atalanta terza è a 81.00. Ma al di là di questo vediamo quali sono i temi caldi degli ultimi giorni, con le vicende societarie inevitabilmente legate a quelle sportive.

Sostituzioni alla Inzaghi

A Parma l’Inter potrebbe avere buttato via lo scudetto, facendosi rimontare 2 gol di vantaggio. E sotto accusa per l’ennesima volta sono le sostituzioni di Simone Inzaghi, per cui non è mai chiaro il confine fra la programmazione-automatismo e i reali problemi fisici dei sostituiti.

Certo è che nella parte di partita senza Bastoni, Dimarco, Lautaro Martinez e Calhanoglu l’Inter è sembrata una squadra di livello inferiore al Parma, il che porta a una considerazione su una rosa che in gennaio non è stata rinforzata e che non ha vere alternative per le due punte titolari, per Calhanoglu e per Bastoni.

Di certo questa è l’ultima Inter alla Marotta, piena di giocatori anziani e di errori di mercato invenduti, da Correa ad Asllani: ma a livello di primi undici se la gioca con tutti, per merito anche di Inzaghi e dell’ambiente creato da Marotta (la sua vera abilità), ed è per questo che è ancora in corsa su tre fronti.

Tacco di Ndoye

Il Napoli è uscito bene, addirittura con qualche rimpianto, da un turno teoricamente sfavorevole. A Bologna ha giocato un’ottima partita ed è andato vicino alla vittoria, prima che il colpo di tacco di Ndoye desse il pareggio alla squadra di Italiano, in questo momento quarta e quindi in Champions.

E adesso il calendario sembra favorevole alla squadra di Conte, che al Maradona affronta Empoli, Torino, Genoa e Cagliari, e in trasferta Monza, Lecce e Parma.

Quanto all’Inter, a San Siro avrà Cagliari, Roma, Verona e Lazio, e in trasferta Bologna, Torino e Como. Si può quindi dire che questa del Dall’Ara sia stata l’ultima partita davvero insidiosa per la squadra di Conte, la cui freddezza con De Laurentiis è sempre più evidente.

Non è un mistero che la gestione dei casi Osimhen e Kvaratskhelia abbia lasciato strascichi, per l’ennesima volta Conte ritiene che il suo club non faccia di tutto per accontentarlo.

Da vincitore dello scudetto un suo ritorno alla Juventus non è fantacalcio, ma è assurdo fare congetture su club che nemmeno hanno un assetto dirigenziale definitivo.

Atalanta a casa

La mezza impresa della Lazio al Gewiss Stadium, che prima del Bodo in Europa League e del derby dà un po’ di respiro a un Baroni incredibilmente messo in discussione, non è del tutto coerente con quanto visto in campo, visto che l’Atalanta almeno un pareggio l’avrebbe meritato.

Rimane il fatto che la squadra di Gasperini non vinca nel suo stadio del 22 dicembre (!), da allora 3 pareggi e sconfitte, e che al di là dei risultati crei molte meno occasioni da gol rispetto a pochi mesi fa.

Un ambiente che dopo l’addio anticipato da Gasperini (che peraltro avrebbe un contratto fino al 2026) si è avvitato su sé stesso, con giocatori che non fanno più male agli avversari, come Lookman e Retegui e altri che con quei pochi errori a partita (clamoroso quello di Hien, da cui è nata l’azione del gol di Isaksen) rendono i risultati peggiori del dovuto. In poche settimane dalla lotta per lo scudetto, con un organico non inferiore a quelli di Inter e Napoli, a una posizione Champions pericolante. Gasperini sta salutando male.

Una strana intervista

La Juventus esce con un punto dall’Olimpico, contro una Roma che ha portato la sua imbattibilità a 15 giornate di campionato.

In prospettiva Champions un risultato che vale di più per i bianconeri, quarti insieme al Bologna ma adesso 2 soli punti sotto al terzo posto dell’Atalanta.

Per la squadra di Tudor una prestazione di grande solidità, soprattutto nel primo tempo, rispetto all’ultima Juventus di Thiago Motta al di là del modulo (con la Roma 3-4-3) si è vista più concentrazione, ma per gridare al miracolo è presto.

A proposito di Thiago Motta, gli addetti ai ‘livori’ hanno sorriso leggendo la sua intervista a Walter Veltroni pubblicata dal Corriere della Sera, in cui l’italo-brasiliano non ha detto assolutamente nulla. Visto il rischio di cause, è facile pensare a un’uscita concordata con la Juventus, con cui ha un contratto da 5 milioni di euro netti a stagione fino al 2027.

Un’uscita in cui Motta difende il suo lavoro ma senza dare colpe a questo o a quello, un’operazione di immagine per non macchiare la sua carriera e nemmeno quella di chi lo ha scelto, anche se Giuntoli sembra all’ultimo giro.

Scherzi alla Ranieri

La Roma rimane con la Champions nel mirino, cosa già di suo incredibile visto dove l’avevano portata De Rossi e soprattutto Juric, cacciato anche dal Southampton retrocesso con 7 giornate di anticipo, con lui che ha stabilito il poco invidiabile record di peggior allenatore della storia della Premier League per media punti fra quelli che hanno allenato in almeno 10 partite.

Ma dicevamo di Ranieri… che continua amabilmente a prendere in giro chi gli chiede del suo futuro, cosa già di suo curiosa perché Ranieri ha 74 anni e veniva considerato vecchio già 15 anni fa. La verità è che Ranieri non lascerebbe mai la panchina di una Roma qualificata per la Champions, cosa che con 7 giornate alla fine e 3 punti da recuperare è tutt’altro che fantacalcio.

In una Roma collocata in un’Europa minore Ranieri potrebbe invece davvero limitarsi a fare il dirigente, scegliendo il suo successore e dando l’assenso agli acquisti.

Assurdo pensare a Gasperini, al di là del fatto che non sia più giovane nemmeno lui, o a qualcuno che non accetti un ruolo subalterno.

Ma, come ripetono i tanti amici che Ranieri ha nelle redazioni, con la Roma in Champions la pensione verrà spostata in avanti di un anno.

Il casting di Furlani

Contro la Fiorentina ennesimo approccio sbagliato alla partita della squadra di Sergio Conceiçao ed ennesima rimonta rossonera: in questo campionato il Milan è la squadra che ha conquistato più punti una volta in svantaggio, insieme al Bologna: 16.

Segno che i giocatori ci sono, che l’encefalogramma non è piatto e che con un ambiente diverso sarebbe stata diversa anche la stagione.

La realtà dice che la Champions, quindi il quarto posto del Bologna, rimane lontana 9 punti e che la Fiorentina ottava in classifica è comunque 4 lunghezze sopra.

Numeri fallimentari che non hanno soltanto una spiegazione sportiva, eppure il cosiddetto casting per il direttore sportivo prosegue con molta calma.

I contatti con Paratici prima di riflettere sulla sua squalifica, i contatti con Tare e D’Amico, l’idea Berta tramontata quando Berta ha firmato con l’Arsenal: di bravi dirigenti da Milan ce ne sono, non tanti ma ci sono, nessuno sul mercato ha la bacchetta magica e quindi si potrebbe brutalmente dire che uno valga l’altro. Costruire un ambiente positivo, come era quello dello scudetto di Maldini e Pioli, non è invece questione di fortuna o di azzeccare il colpo.

Pessima la gestione della vicenda da parte di Furlani, il cui unico merito è stato quello di scoprire il bluff Ibrahimovic.

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Articolo Pubblicato il: 8 Aprile 2025
Scritto da: Stefano Olivari
Laureato in Economia e Commercio all'Università Bocconi, ha iniziato a scrivere nel 1994 per La Voce di Indro Montanelli, proseguendo con testate come La Repubblica, Mediaset, Radio RAI e Guerin Sportivo. Nel 2000 ha fondato il sito Indiscreto, punto di riferimento per lo sport e i media. Autore di dodici libri su sport e cultura pop.

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