09 Gennaio 2025 - di Stefano Olivari
In testa alla classifica vincono quasi tutti: un turno stranissimo, con 6 vittorie in trasferta e ben 9 vittorie delle prime 10 squadre, con l’unica che non ha vinto, la Fiorentina, che fa parte di queste 10. La considerazione è al tempo stesso scontata e antipatica: la differenza fra le migliori e le altre è enorme e l’avanzare del campionato non fa che aumentare il divario. Unica intrusa, in nona posizione, l’Udinese. Questo significa che lo scudetto e le posizioni Champions si giocheranno tantissimo sugli scontri diretti.
Fonseca mangia il metaforico panettone grazie al gol di Reijnders, nell’unica occasione da gol creata dai rossoneri contro una squadra di livello nettamente inferiore. Prestazione del Milan abbastanza simile a troppe altre di questa stagione, senza ritmo e anche senza fiammate, oltretutto perdendo anche Leão per qualche partita: punti fermi di questa squadra sogno Maignan, per quanto calato di rendimento, ovviamente Reijnders, e Fofana, in attesa che il caso Theo Hernandez si risolva, con la partenza del laterale di sinistro o con quella di Fonseca. Zanetti ha bene impacchettato il collega, ma con un solo giocatore (Suslov) in grado di fare male è dura battere il Milan e anche salvarsi, a meno che i nuovi padroni americani facciano qualcosa di concreto a gennaio.
Italiano sta andando meglio di Thiago Motta, con un Bologna nettamente inferiore e con la zavorra fisica e psicologica di una Champions League vissuta da intruso. Dominato il Torino a casa sua crescendo alla distanza, ben al di là di quanto dica il punteggio, visto che non si ricordano parate o situazioni pericolose per Ravaglia. Primo gol per Dallinga, ma soprattutto prestazioni clamorose di Pobega in mezzo e di Odgaard, per una squadra che come l’anno scorso potrebbe raccogliere qualche cadavere eccellente. Tristissimo il Torino, con Vanoli che ad ogni partita cambia la sua filosofia: al di là delle contestazioni del pubblico, non può essere sempre colpa di Cairo.
Conte ha rischiato grosso contro un Genoa che ha festeggiato il cambio di proprietà, da 777 a Sucu, con una prova orgogliosa, reagendo al grande primo tempo del Napoli e riaprendo la partita a inizio secondo tempo con Pinamonti e con un 4-2-4 con cui Vieira ha rischiato tutto. Si è sentita molto l’assenza di Buongiorno e quindi in prospettiva scudetto sono davvero 3 punti d’oro, mentre il Genoa può sorridere anche per la prima prova davvero convincente di Mario Balotelli, per lui in 10 minuti un palo e un tiro parato da Meret.
La Lazio non si è ancora ripresa dalla disfatta contro l’Inter e anche in undici contro dieci per metà della partita (espulsione di Guilbert, nell’azione che poi ha dato il rigore del vantaggio alla squadra di Baroni) ha faticato a piegare un Lecce che Giampaolo sta guidando con forza, al di là delle più rosee previsioni per un allenatore inattivo da due anni e reduce da diversi disastri. L’ha risolta Marusic, messo in campo nel finale in cui le quattro punte della Lazio hanno almeno creato confusione, con Castellanos nettamente sopra tutti per atteggiamento e pericolosità.
Perché la Roma vorrebbe cedere questo Dybala? Per distacco il suo miglior giocatore, tornato a fare la differenza contro un Parma troppo brutto. La risposta è semplice: i Friedkin dopo avere buttato via tanti soldi per allenatori e dirigenti stanno cercando di risparmiare sui giocatori, anche se partono da quello sbagliato. Il rinnovo automatico farebbe passare l’argentino a 8 milioni netti di ingaggio, cosa che la Roma vuole evitare: a gennaio saranno bene accette proposte tipo quella del Galatasaray, ma già in estate Dybala ha dimostrato che i soldi non sono tutto, soprattutto quando ne hai già tanti. Di sicuro Ranieri spera di averlo fino a fine stagione. Per Pecchia terza sconfitta consecutiva, questa arrivata dopo una prestazione davvero senz’anima.
Non solo complimenti e pacche sulle spalle, Di Francesco sa anche vincere e questa volta (la terza in campionato) ci è riuscito con un Venezia meno brillante del solito ma bravo a ripartire: così l’ultimo posto è stato lasciato con questi 3 punti pesantissimi, da scontro diretto. Nonostante tutto il Cagliari è sembrato una squadra salute, a riprova che quest’anno la lotta salvezza sarà interessantissima fino alla fine, con possibile pericolo per tanti che pensavano di vivacchiare.
Gasperini difende il suo primato in classifica grazie a un De Ketelaere straordinario, arrivato a 10 gol e 9 assist in stagione fra campionato e coppe, ma l’undicesima vittoria consecutiva è arrivata in maniera faticosa, e non soltanto perché il gol del 3-2 del belga è arrivato a 5 minuti dalla fine. Di base gli avversari che giocano con il 3-5-2, come appunto l’Empoli, danno fastidio all’Atalanta, ma è ormai il segreto tattico di Pulcinella: l’unico modo per non subire le squadre di Gasperini è quello di avere un uomo in più a centrocampo. Poi la nuova Atalanta ha più soluzioni rispetto a quella giù di alto livello della scorsa stagione, ma ha perso per strada qualche certezza, soprattutto nella fase difensiva, come dimostrato dallo sbandamento di Djimsiti. In ogni caso squadra sempre più da scudetto, mentre l’Empoli ancora una volta ha impressionato per la lucidità e di fatto è stato punito soltanto da errori dei singoli, come i due di Cacace.
Tornato a vincere dopo 4 pareggi, Thiago Motta non perde di vista la zona Champions grazie a un risultato che firma anche l’esonero di Nesta, ma certo la Juventus è ancora ben lontana dal livello che si presumeva a inizio stagione. Se avesse pareggiato, il Monza non avrebbe rubato qualcosa, anzi, mentre la Juventus si può consolare con il risultato allegriano e con l’aver ritrovato Nico Gonzalez, in una serata no per un nervosissimo Vlahovic, ridotto a fare la sponda. La brutta notizia l’ha però ricevuta Nesta, che non si aspettava l’esonero dopo una partita del genere, ben giocata nonostante i 9 giocatori assenti. Una mossa strana ma non troppo quella di Galliani, come a voler scaricare sul tecnico responsabilità che prima o poi gli verranno imputate: dal 2018, cioè da quando Berlusconi comprò il Monza, il Cavaliere e i suoi eredi hanno messo nel club, fra ricapitalizzazioni e finanziamenti vari per circa 250 milioni di euro. Una cifra mostruosa, per barcamenarsi (o andare malissimo, come quest’anno) nella stessa fascia di status e classifica dell’Empoli.
Un’altra sconfitta per la squadra di Palladino, dopo quella con il Bologna. Ma questa fa più male, perché l’Udinese era dimezzata dagli infortuni ed era anche andata sotto di un gol, dopo il rigore trasformato da Kean. Ma l’Udinese ha reagito subito, non è andata sotto mentalmente, e nel secondo tempo ha ribaltato la situazione trascinata da un grandissimo Thauvin e da un Lucca in stato di grazia. Dopo mesi di complimenti non si può dire che la Fiorentina sia in crisi, ma certo le prossime partite con Juventus e Napoli diranno se la Fiorentina è da Champions o da Conference League.
Nonostante la stanchezza, soprattutto di Lautaro Martinez, la squadra campione d’Italia ha fatto il suo contro un Como molto vivo, una delle squadre che più ha messo in difficoltà in questa stagione l’Inter. Inzaghi festeggia il Natale da terzo, a 3 punti dall’Atalanta e a 1 dal Napoli ma con la partita con la Fiorentina ancora da recuperare. A inizio stagione avrebbe firmato per avere 37 punti in 16 partite, adesso questa corsa a tre potrebbe logorarlo: perché il Napoli non ha coppe mentre l’Atalanta potrebbe tranquillamente mollare la Champions, diversamente dai nerazzurri.
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Articolo Pubblicato il: 9 Gennaio 2025 |
Scritto da: Stefano Olivari |
Laureato in Economia e Commercio all'Università Bocconi, ha iniziato a scrivere nel 1994 per La Voce di Indro Montanelli, proseguendo con testate come La Repubblica, Mediaset, Radio RAI e Guerin Sportivo. Nel 2000 ha fondato il sito Indiscreto, punto di riferimento per lo sport e i media. Autore di dodici libri su sport e cultura pop. |
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