10 Dicembre 2024 - di Stefano Olivari
L’Atalanta stacca tutti, al di là dell’asterisco della partita in meno di Inter e Fiorentina (Fiorentina-Inter, interrotta per il malore di Bove), e rende sempre più credibile uno scudetto che non esce dalle metropoli dai tempi della Sampdoria 1990-91, club che peraltro all’epoca aveva ingaggi paragonabili a quelli del Real Madrid. Squadra di Gasperini che quindi va a 34 punti sorpassando il Napoli, sconfitto in casa dalla Lazio e fermo a quota 32, con Inter, Fiorentina e Lazio a 31, Juventus a 27, Milan e Bologna a 22 (una partita in meno anche per loro, proprio Bologna-Milan, da recuperare chissà quando, come Fiorentina-Inter). Le quote di LeoVegas dicono che ormai per lo scudetto la lotta è a tre: l’Inter campione d’Italia è data a 1.80, l’Atalanta a 4.00 e il Napoli a 4.50. Molto staccate la Fiorentina a 26.00, la Juventus a 34.00, Milan e Lazio a 41.00.
Troppo superiore la squadra di Inzaghi per non battere agevolmente un Parma ordinato ma dimesso, senza fuoco, dopo un primo tempo quasi di attesa: unico problema, ma non un problema da poco, Lautaro Martinez che ha perso totalmente confidenza con il gol. Non c’è dubbio che il rinforzo di gennaio cercato da Marotta sia una punta, liberandosi di almeno uno fra Arnautovic, Correa e Taremi. Parma in modalità centroclassifica, coerente con la sua rosa di qualità ma giovane, comunque a 3 punti da una Serie B in cui dopo tutti i soldi spesi non dovrebbe tornare.
Non è più originale scrivere che l’Atalanta è da scudetto, visto che la squadra di Gasperini è alla nona vittoria consecutiva in campionato ed è in testa alla classifica. Non soltanto: in questa stagione sa vincere le partite sporche o comunque quelle che non si mettono subito bene, proprio come questa con il Milan. La rosa profonda permette a Gasperini di correggere in corsa i suoi errori, come la guardiolata (da Guardiola pre-Haaland) di giocare senza punte di peso, già vista e che ancora si vedrà. Per il Milan una buona prova, ancora con Musah sulla linea dei trequartisti ma in realtà a cambiare più volte posizione, ma zero punti e Pulisic infortunato. Theo Hernandez, cioè l’unico di alto livello della linea difensiva, è ormai un caso: possibile che a gennaio vada via. Un caso anche i sospetti seminati da Fonseca sull’arbitro, ma non è certo per questo che in questo momento il Milan sarebbe in Conference League.
Partita di una tristezza infinita, senza gol né parate significative. Il fatto che si tratti di due club dichiaratamente in vendita non giustifica questo atteggiamento interlocutorio. Vanoli non sembra in discussione, si può consolare con la difesa che da quattro partite è quasi di ferro e con il fatto che Cairo non abbia voglia di spendere soldi per un nuovo allenatore: di sicuro il punto di svolta della stagione granata è stato l’infortunio di Zapata, ma non si può continuare a ripeterlo all’infinito.
I pareggi di Thiago Motta, ormai 9 in 15 partite, assomigliano sempre di più a sconfitte, al di là del pareggio in extremis di Mbangula. La Juventus attuale è senza punti fermi, ma quello che veniva spacciato come forza in realtà confonde i giocatori, a seconda delle giornate promossi o bocciati e quindi spesso portati al compitino. Nervosissimo Motta, infatti anche espulso, piatta una squadra dove le note positive arrivano dai guizzi di Conceiçao e dai margini di miglioramento di Koopmeiners, inesistente nel primo tempo e quasi a livelli Atalanta nel secondo. Per il Bologna un’ora di altissimo livello, viene da dire da Bologna di Thiago Motta, con l’ennesima grande prova di Ndoye sulla destra, pià Freuler e Pobega solidissimi in mezzo.
La Roma ha finalmente fatto pace con l’Olimpico, Ranieri non ha inventato niente ma le ha dato più solidità e tranquillità. Da allenatore esperto cavalca i giocatori on fire come Pisilli e cerca di recuperare in silenzio quelli in crisi come Lorenzo Pellegrini. Lecce ai minimi termini, Giampaolo non lo ha fatto svoltare e a gennaio può addirittura peggiorare.
L’ottava vittoria consecutiva della Fiorentina in campionato, eguagliato il record viola che resisteva dalla stagione 1959-60, è arrivato dopo una partita non brillante, che il Cagliari avrebbe meritato quantomeno di pareggiare: Palladino ha fatto mosse coraggiose, tipo Kouame al posto di Kean del quale non gli stanno piacendo alcuni atteggiamenti, e Ikoné a quello di Colpani. Questo non toglie che la Fiorentina sia a 3 punti dall’Atalanta capolista, con la partita con l’Inter ancora da recuperare. Quanto al Cagliari, continua a ricevere complimenti ma è 2 punti sopra la zona retrocessione.
Questa disfatta casalinga è il capolinea di Paolo Zanetti, anche se nessuno forse riuscirebbe a tenere in Serie A una rosa come quella del Verona di quest’anno. L’Empoli continua a fare il suo, vincendo le partite che può vincere e valorizzando giovani come Sebastiano Esposito: la provinciale di una volta, nell’accezione migliore del termine.
Il clima atmosferico infame ha paradossalmente reso ancora più spettacolare questa partita piena di giocate spettacolari, su tutte il gol di Oristanio direttamente da calcio d’angolo, il famoso gol olimpico, e di errori, giocata comunque meglio dalla squadra di Di Francesco, che rimane comunque ultima in classifica.
20 giocatori su 22 titolari diversi da quelli visti nella sfida di Coppa Italia di giovedì e identico risultato, vittoria della Lazio. Mollare la Coppa Italia non ha portato bene a Conte, ma il Napoli è comunque piaciuto, soprattutto nel primo tempo, zavorrato soltanto da un Lukaku in declino e non da oggi. Nella Lazio ancora straordinario Guendouzi, bravo Isaksen e intelligente Baroni nel cambiare pelle durante le partite, con una Lazio che può costruire dal palleggio ma che soprattutto è micidiale in contropiede, schierando quasi sempre quattro giocatori offensivi e veloci.
La squadra di Nesta in casa non vince davvero mai, anche perché a Monza il fattore campo non esiste. Contro l’Udinese ha avuto varie fasi, alcune anche positive, ma il risultato è che è rimasta penultima: l’encefalogramma comunque non è piatto, l’idea di Galliani è che Lecce, Verona e Venezia siano peggio. I bianconeri sono così incredibilmente, visto il costo della rosa, noni in classifica e a soli 2 punti dall’Europa: in un sistema mediatico in cui tutti sembrano gli allenatori dell’anno Runjaic con il suo contropiede lo è più di altri.
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Articolo Pubblicato il: 10 Dicembre 2024 |
Scritto da: Stefano Olivari |
Laureato in Economia e Commercio all'Università Bocconi, ha iniziato a scrivere nel 1994 per La Voce di Indro Montanelli, proseguendo con testate come La Repubblica, Mediaset, Radio RAI e Guerin Sportivo. Nel 2000 ha fondato il sito Indiscreto, punto di riferimento per lo sport e i media. Autore di dodici libri su sport e cultura pop. |
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