26 Novembre 2024 - di Stefano Olivari
Il campionato è sempre senza un padrone, ma si capisce benissimo chi siano i servi.
Al vertice della classifica si continua a vincere, con il Napoli capolista a 29 punti che è l’unica squadra delle prime 8 a non fare le coppe (non è certo una notizia, ma quando si vedono le altre con poco più di 11 giocatori di movimento disponibili la cosa va ribadita) e che sta dimostrando di saper vincere anche le partite sporche.
È stato soprattutto il turno di Milan-Juventus, davvero uno spot contro il calcio, con scivolata pericolosa dei rossoneri rispetto alla zona Champions costituita dalle 4 seconde a 28 punti (Atalanta, Inter, Fiorentina e Lazio) e dalla Juventus a 25, non si dice allo scudetto che sembra importare zero ai nuovi padroni.
A San Siro si è vista la partita finora più brutta dell’intera stagione di Serie A, in rapporto al livello e alle ambizioni delle squadre. Con molta generosità si sono contati 3 tiri in porta in una partita che definire ‘tattica’ è un pietoso eufemismo.
Se Thiago Motta aveva l’alibi delle assenze, soprattutto in attacco, e comunque il suo calcio è di base difensivistico, Fonseca invece ha proprio sbagliato partita rischiando poco con un 4-4-2 davvero di altri tempi e giocando di fatto soltanto il secondo tempo.
Il punticino, anche questo di altri tempi, è accettabile soltanto per la Juventus visto che il Milan con una partita da recuperare è scivolato a 10 punti dal Napoli e a ben 9 dalla zona Champions: situazione pericolosissima anche a livello societario.
Questo non significa che i bianconeri possano esultare: giocarsi una sfida del genere con Koopmeiners falso nove per forza non è un gran segnale, fra l’altro l’ex atalantino ha giocato male come faceva nella sua posizione naturale.
Finora un flop, anche se non un superflop come Douglas Luiz, in una squadra più compatta che con Allegri ma che dal punto di vista estetico è peggio: dopo il mercato di gennaio a essere messo in discussione potrebbe essere Giuntoli.
Per la squadra di Conte una vittoria che va al di là del punteggio e degli episodi, su tutti la traversa colpita da Dovbyk: tanto possesso palla, tanto lavoro sulle fasce tenendo larghissimi, quiasi oltre il fallo laterale, Politano e Kvaratskhelia, tanta attenzione difensiva.
E per una volta un Lukaku almeno decente, che ha deciso la partita con il suo gol. Quanto alla Roma, la cura Ranieri non l’ha guarita, ma ha fatto una onesta partita di contenimento con tutti che remavano dalla stessa parte, anche un Lorenzo Pellegrini che è sempre più un caso.
Arrugginito Hummels, forse adesso qualcuno capirà le scelte di Juric.
La peggior mossa tattica della giornata è stata la difesa a 5 del Verona studiata da Zanetti per bloccare i rifornimenti dalle fasce per le punte dell’Inter, Thuram e un Correa che il suo massimo e forse unico estimatore Simone Inzaghi sta cercando di riciclare.
5 sono stati anche i gol interisti nel solo primo tempo, sfruttando distanze fra i difensori davvero imbarazzanti, con i peggiori facilmente individuabili in Magnani e Dawidowicz.
Settima vittoria consecutiva per Palladino, anche se la sua squadra non sembrata troppo superiore al Como, anzi l’ennesima prodezza di De Gea direbbe il contrario.
Se Fabregas avesse una punta decente… La Viola ha comunque un’identità e alcuni elementi in forma smagliante, su tutti Adli, Dodo e ovviamente Kean, in un mese 7 gol in Serie A.
Sette vittorie consecutive anche per Gasperini, nove nelle ultime dieci partite giocate fra campionato e Champions: se non è l’anno buono per lo scudetto questo, non vediamo quando potrebbe arrivare nella storia dell’Atalanta.
Per Retegui gol numero 12 in campionato, capocannoniere con 3 gol di vantaggio su Kean e Thuram e con il non trascurabile dettaglio che al quarto posto c’è il compagno Lookman a quota 7.
Unico problema dell’Atalanta la difesa con gli uomini contati e il tarlo di dover mollare la Champions League per concentrarsi su un’impresa che sarebbe da leggenda.
Anche la squadra di Baroni sta viaggiando, come Fiorentina e Atalanta, a un ritmo assurdo: undicesima vittoria nelle ultime 12 partite, inclusa l’Europa League.
Baroni questa partita, contro una teorica pari grado, l’ha vinta grazie all’espulsione di Pobega e con i cambi: del resto la Lazio è la squadra dei cinque campionati top in Europa che ha segnato più gol con i calciatori subentrati, ben 9
La prima di Patrick Vieira sulla panchina del Genoa è stata più che buona, nonostante i due rigorini che hanno tenuto in vita il Cagliari.
Balotelli, uno che Vieira non vorrebbe vedere nemmeno dipinto (sentimento ricambiato), si è visto soltanto per pochi minuti nel finale, e non sarebbe onesto dire che dopo Gilardino adesso al Genoa si sia vista la luce.
Rimane una squadra dalla rosa impoverita e una società in vendita, senza una linea.
Il Torino di Vanoli non c’è più e dopo 7 sconfitte nelle ultime 8 partite è arrivato questo fortunoso pareggio, che sarà ricordato soltanto perché mezzo stadio ha urlato a Urbano Cairo di andarsene.
Messaggio giù ricevuto e recepito da tempo, ma a 160-180 milioni questo club non si riesce a vendere.
Venezia-Lecce 0-1 – Giampaolo più maestro
Nello scontro diretto fra maestri, o presunti tali, Giampaolo al ritorno in panchina dopo due anni è stato più maestro, anche se in realtà il Venezia ha dominato e soltanto le prodezze di Falcone hanno salvato il Lecce, che non si sa bene come (bisogna scrivere ‘i cambi di Giampaolo’) ha portato a casa una vittoria fondamentale per la salvezza.
Empoli-Udinese 1-1 – Ancora Pellegri
Mezza delusione per l’Empoli, che nonostante le assenza ha giocato un’ottima partita e trovato la conferma di Pellegri, che forse dopo tante stagioni buttate è diventato quell’attaccante a cui si pensava 7 anni fa (adesso ne ha 23, comunque).
La squadra di Runjaic è cresciuta nel finale e ha anche sfiorato il colpo con Lucca, di sicuro in campo c’erano le due formazioni costruite meglio in rapporto al budget.
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Articolo Pubblicato il: 26 Novembre 2024 |
Scritto da: Stefano Olivari |
Laureato in Economia e Commercio all'Università Bocconi, ha iniziato a scrivere nel 1994 per La Voce di Indro Montanelli, proseguendo con testate come La Repubblica, Mediaset, Radio RAI e Guerin Sportivo. Nel 2000 ha fondato il sito Indiscreto, punto di riferimento per lo sport e i media. Autore di dodici libri su sport e cultura pop. |
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