Nella giornata di mercoledì 4 settembre 2024 è stata comunicata la lista dalla quale il prossimo 28 ottobre a Parigi verrà scelto il nome del vincitore del prossimo Pallone d’Oro e, per la prima volta dopo più di un quindicennio, non ci saranno né Lionel Messi (vincitore di 8 Palloni d’Oro e detentore del premio) né Cristiano Ronaldo (che di Palloni d’Oro in bacheca ne ha 5).
Inizia una nuova era quindi, con Bellingham, Mbappè, Rodri, Vinicius, Lautaro Martinez, Haaland, Lamine Yamal che si contenderanno i titoli degli anni a venire, e di seguito vogliamo indicarvi la lista di quelli che per noi sono i 10 candidati principali per la vittoria nel 2024.
Da notare che non ci sono calciatori italiani fra i 30 selezionati per vincere il Pallone d’Oro 2024, mentre ci sono 5 giocatori che giocano in Serie A: Lautaro Martinez e Hakan Calhanoglu dell’Inter, Ademola Lookman dell’Atalanta, protagonista con una tripletta nell’ultima finale di Europa League vinta dai bergamaschi sul Bayer Leverkusen, e i nuovi arrivati alla Roma Artem Dovbyk e Mats Hummels, inseriti però per quanto bene hanno fatto nella scorsa stagione rispettivamente con Girona (Dovbyk Pichichi della Liga) e Borussia Dortmund (Hummels trascinatore dei gialloneri fino alla finale di Champions League).
È da un po' di tempo che sentiamo parlare di Jude Bellingham, ma il centrocampista inglese ha compiuto 21 anni solo lo scorso giugno, ed è già uno dei principali protagonisti del calcio europeo.
Bellingham nel 2024 ha vinto la Liga e la Champions League con il Real Madrid, ed è stato uno dei protagonisti della nazionale inglese di Southgate che è arrivata fino alla finale degli Europei.
È stato Bellingham infatti a segnare il gol decisivo nella partita inaugurale fra Inghilterra e Serbia, e poi è stato sempre lui a tirare giù tutti dall’aereo con un gol a tempo scaduto contro lo Slovacchia negli ottavi, quando si stava paventando un’eliminazione precoce da parte della nazionale dei Tre Leoni.
In questa stagione Ancelotti vorrebbe provare a schierare Bellingham in un ruolo più arretrato, in quella che era la posizione di Toni Kroos, anche lui candidato al Pallone d’oro che si è ritirato in estate dopo gli Europei.
I primi esperimenti nel nuovo ruolo non sono stati incoraggianti, ma parliamo di un campione, che sa adattarsi in varie zone del campo, ed è dotato di una tecnica davvero sopraffina.
Dovevano essere gli Europei di Mbappè, invece l’attaccante classe 1998 ha fatto flop (un solo gol per lui su rigore contro la Polonia in tutto il torneo) un po' come tutta la Francia, e quindi sembrano lontani i tempi del Mondiale 2022, quando Mbappè fu assoluto protagonista, anche se poi il titolo andò a Messi.
Mbappè però nel 2024 ha vinto ancora Ligue 1 e Coppa di Francia con il PSG, e poi in estate ha deciso di lasciare i parigini per andare a Madrid, dove vuole vincere la sua prima Champions League della carriera.
Ancelotti dovrà essere bravo a far convivere assieme al Bernabeu campioni come Mbappè, Vinicius, Bellingham e Rodrygo, ma il tecnico emiliano sembra il profilo più adatto per questo tipo di lavoro. Mbappè quindi nel 2024 non ha ottenuto successi che lo fanno preferire ad altri campioni, ma ad oggi rimane probabilmente il miglior attaccante del mondo, e sarebbe un più che degno sostituto di Messi nell’albo d’oro del premio di France Football.
Il Pallone d’Oro di solito viene assegnato a fantasisti o attaccanti, e molto più raramente a difensori o centrocampisti difensivi.
Rodri però può essere considerato un caso a parte, perché è un dato di fatto che quando lui scende in campo, il Manchester City non perde praticamente mai.
Il centrocampista spagnolo ha deciso con una sua rete la finale di Champions League nel 2023 contro l’Inter, e anche nell’ultima Champions è stato un protagonista pur se il City è uscito ai rigori nei quarti di finale contro il Real Madrid, poi campione.
Agli Europei in Germania poi Rodri è tornato assoluto protagonista, guidando la Spagna alla vittoria del titolo europeo.
Rodri è il centrocampista al quale Pep Guardiola non vorrebbe mai rinunciare, e rimane un elemento essenziale sia per il Manchester City che per la nazionale spagnola di De la Fuente.
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