È impossibile descrivere la storia dei giochi di carte senza far riferimento a questa parola: Ganjifa. Un nome che probabilmente non ti dirà nulla, ma che è profondamente legato alle origini dei semi e delle figure raffigurate ancora oggi sulle carte da gioco più comuni!
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Sommario:
L’origine del gioco a carte è controversa e misteriosa. Secondo fonti storiche, sembra che le carte siano nate in Asia e si siano diffuse da lì nel resto del mondo. Le prime testimonianze giungono infatti dall’antica Persia, dall’India e dalla Cina, dove immediatamente dopo l’invenzione della carta (intorno al 10° secolo) divenne popolare il Ganjifa, il gioco di carte più antico al mondo.
L'invenzione della carta influenzò da subito l’ambito del rischio legato al gioco. Le carte da gioco non erano solamente un passatempo, ma anche una vera e propria carta moneta che spesso rappresentava anche la posta in palio. Fino a quel momento l’azzardo consisteva, più che altro, nel giocare a scacchi oppure lanciare dadi. Fu così che, grazie alla carta moneta, pian piano, si iniziò effettivamente a giocare a carte. Ma non solo: si iniziò a collezionarle, scambiarle e utilizzarle durante le scommesse. È presumibile, quindi, che le prime carte da gioco abbiamo fatto il loro primo ingresso nella società europea solo verso il 15° secolo, tramite i frequenti scambi con il Medio Oriente.
💡 Lo sapevi? Nell'immagine sopra si possono ammirare le caratteristiche carte circolari del Ganjifa. Il termine ha una origine misteriosa: ganj in persiano significa "tesoro", ma il nome del gioco potrebbe essere un derivato dal verbo stesso ganjifeh ovvero "giocare a carte". Le raffigurazioni in miniatura su entrambi i lati delle carte sono ancora tradizionalmente dipinte a mano da abili artigiani in alcune aree dell'India e del Medio Oriente. Al giorno d'oggi possono essere acquistate come souvenir e sono un vero e proprio oggetto di curiosità per i turisti di molte località esotiche.
Una teoria storica molto diffusa è che le carte da gioco odierne derivino da quelle utilizzate dai Mamelucchi, i soldati al servizio dei califfi abbasidi che operarono nei territori occupati attualmente da Iraq, Iran, Egitto e Siria. Le carte mamelucche si giocavano in mazzi da 52 ed erano divise in 4 semi da 13 carte ciascuna.
I semi conosciuti allora si venivano chiamati daràhim, tùmàn, suyùf e jawkàn. I nomi non vi diranno nulla, ma se diciamo che, rispettivamente, significano denari, coppe, spade e bastoni da polo, probabilmente vi tornerà qualcosa in mente! Pur non raffigurando delle persone, su di un lato venivano riportati i nomi di 3 figure: il re, il viceré e il sottodeputato.
💡 Lo sapevi? Guardate la raffigurazione di un soldato Mamelucco a cavallo. Confrontatela con il nove di spade di un mazzo di carte da gioco di oggi. Non sembra ci sia una certa somiglianza? Ebbene sì, i mazzi che utilizziamo oggi nelle carte siciliane, napoletane e, in parte, anche francesi, derivano proprio da quelli utilizzati nell’era dei Mamelucchi!
Durante il 15°-16° secolo gli europei modificarono e diversificarono l'aspetto delle carte da gioco, introducendo le prime raffigurazioni delle signorie locali e dei loro vassalli (inizialmente le figure erano infatti il "re", la "regina", il "fante" e il "servo"). I mazzi di carte divennero di uso comune e utilizzavano sempre una varietà di 4 semi. Tradizionalmente, i semi delle carte da gioco si possono distinguere quindi in semi latini e semi francesi.
In Italia e in Spagna in quell'epoca si usavano le carte di denari, di coppe, spade e bastoni, che collettivamente rientrano nella categoria dei semi iberici, o ancora meglio semi latini. Le carte da gioco italiane e spagnole furono quelle che presumibilmente ispirarono anche i semi francesi, come vedremo fra poco, importati successivamente nel Regno Unito e nel resto d'Europa.
Le carte da gioco italiane si utilizzano normalmente in mazzi da 40 e le immagini variano da località a località. Nell'area settentrionale (specialmente nel bolognese e nel trevigiano, dove sono originarie anche le carte dei tarocchi) si utilizzano i semi italiani: le spade hanno la forma di una scimitarra, i bastoni sono lunghi e sottili, gli ori o denari assomigliano a dei fiori, inoltre, spesso su alcune carte sono riportati dei brevissimi motti. Nel resto d'Italia sono invece più comuni i semi spagnoli: notiamo le spade più corte e dritte, bastoni "robusti", e denari che somigliano in tutto e per tutto a delle monete d'oro.
Furono poi i semi francesi quelli destinati a divenire i grandi protagonisti del tavolo "verde": cuori, quadri, fiori e picche. La loro nascita e diffusione fu probabilmente dovuta a una questione pratica, visto che la produzione delle carte da gioco in Europa era completamente artigianale e implicava prima una incisione su una matrice di legno, poi una elaborata tecnica xilografica per imprimere l'inchiostro sulla carta. Fatto sta che le carte più semplici, bianche e con semi francesi, erano nettamente più facili da produrre.
Le carte da gioco francesi si giocano tutt'oggi in mazzi da 52 carte; anche i 4 semi che conosciamo tutti sarebbero comunque stati ispirati da quelli italiani. I cuori furono ispirati dalle coppe, i quadri dai denari, i fiori dai bastoni e le picche dalle spade. Ed è così che nacquero poi i mazzi usati oggi nei giochi con le carte francesi.
💡 Lo sapevi? I tarocchi sono un gioco di carte originario dell'Italia del Nord, risalente alla metà del 15° secolo. Il tipico mazzo contiene 56 carte a cui vanno aggiunte 22 carte speciali, dette "Trionfi", e la carta del "Matto". Le carte dei trionfi non erano numerate e venivano spesso e volentieri utilizzate per comporre versi e motti da condividere fra le varie corti; in base alla località, ogni figura poteva quindi acquisire un valore diverso. Nel 18° secolo i tarocchi vennero erroneamente associati alla cabala ebraica e ad altre pratiche esoteriche importate dagli zingari, come la cartomanzia. L'uso dei tarocchi come gioco è tuttavia ancora popolare in alcune aree italiane e francesi. In questa immagine possiamo vedere le carte del Tarocchino Bolognese, un gioco di carte tutt'oggi diffuso fra Bologna e Firenze, e la loro incredibile somiglianza con altre carte da gioco tradizionali italiane.
Una volta arrivate in Occidente, le carte da gioco ebbero un successo intramontabile. Sono nati così, un po' alla volta, i nostri giochi di carte preferiti, oggi veri e propri must del gioco a tavola! Giocare a carte ha rappresentato da sempre non solo un passatempo, ma una sfida. Contro sé stessi, contro gli avversari, contro il rischio. Per questo motivo, probabilmente, lungo gli anni si assiste anche alla nascita di così tante varianti di gioco con le carte francesi. Qui di seguito possiamo vedere in breve l’origine di alcuni dei giochi da fare con le carte più celebri e famosi al mondo!
Il Blackjack è un gioco a carte nato probabilmente in Francia (si chiamava vingt-et-un) e diffusosi soprattutto in Nord America nell'800. L'origine del nome sta ad indicare il fante nero: inizialmente vi era una regola, poi abolita, secondo la quale chi vinceva facendo 21 con un asso e un jack di picche vinceva dieci volte la posta in palio. Oggi questa regola non esiste più, anche se questo gioco a carte non ha perso alcunché in quanto a fascino e popolarità!
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Si dice che il Poker sia nato probabilmente in Persia. Si diffuse in Occidente grazie ai marinai persiani che lo insegnarono ai colonizzatori francesi di New Orleans. Tra i giochi di carte più famosi, è sicuramente fra quelli giunti relativamente "tardi". La testimonianza più antica risale alla prima metà del 1700 per merito dell’attore teatrale Joseph Crowel che lo raccontava così: "Si gioca con un mazzo di 20 carte e con 4 giocatori". Di strada, da allora, il poker ne ha fatta tanta. Oggi è cresciuto sia il numero di carte che le sue versioni disponibili; il Texas Hold’Em , in particolare, è uno dei giochi online più gettonati al mondo.
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Il Baccarat è un gioco di carte francese dall’origine particolarmente misteriosa (e disputata). Si dice che il Baccarat sia stato importato dall’Isola di Macao alle coste francesi, ma altri vogliono che il gioco sia invece nato in Italia. Quel che sappiamo per certo, è che ha subito diversi cambiamenti nel corso della sua storia, e che tutt'oggi è particolarmente acclamato nei casinò in Asia. Oggi se ne conoscono molte versioni a tema, soprattutto grazie al suo successo nell’era di internet.
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Tra i giochi di carte più gettonati al mondo, non possiamo non menzionare i Solitari, che sicuramente occupano un posto di rilievo (anche se non sempre come gioco d’azzardo vero e proprio). Sicuramente di origine europea, è probabile che questo tipo di gioco sia giunto a noi direttamente dalla diffusione dei tarocchi, già nel 15°-16° secolo. Intorno al solitario non mancano comunque storie antiche e anche stravaganti. Una delle versioni più note, ad esempio, è il Canfield. Si narra che verso la fine dell'800, il signor Canfield, proprietario di una sala da giochi a Saratoga, sfidasse gli avventori a un solitario di sua "invenzione": chi fosse riuscito a risolverlo avrebbe potuto vincere sino a 250 dollari come premio. Pare che in pochi siano riusciti a spuntarla. A questo proposito, vale la pena citare anche una versione del gioco del solitario denominata Piramide, non foss’altro per il suo inventore. Un certo Napoleone Bonaparte! Da un mazzo di carte francesi si tolgono gli 8, i 9 e i 10. Per ogni accoppiamento lo scopo è realizzare la somma di 13.
Un'altro gioco a carte molto famoso in Italia è senza dubbio la Scopa, famosa per le sue numerosi varianti e particolarmente popolare a partire dal 18° secolo, anche se di origini molto più antiche e risalenti all'area napoletana del 1400. Si dice infatti che la scopa, e lo scopone, erano dei giochi a carte utilizzati comunemente nei porti italici, a Napoli in primo luogo, in cui i pescatori (o addirittura i pirati) scommettevano il guadagno o il bottino della giornata al "banco", contro i loro avversari. In contemporanea, sappiate che in Spagna si giocava alla Primiera, un gioco a carte simile al poker in cui si ottenevano punti con 4 carte dello stesso valore, e anche a Scarabución, un altro gioco molto simile in cui si vinceva ottenendo più carte dello stesso seme o tipo!
Mentre per i Solitari e la Scopa si prediligono le carte da gioco tradizionali, nella Scala quaranta si utilizzano prettamente le carte con semi francesi. Molto conosciuta in Italia, Scala 40 venne probabilmente importata dall'Ungheria nel primo dopoguerra. Si gioca con mazzi da 54 carte (con incluso quindi anche le carte del jolly), ed è molto simile a un altro gioco precedentemente conosciuto come Ramino, di origine anglosassone, dal quale ha ereditato la maggior parte delle regole. Assieme anche al Burraco e alla Canasta, di origini presumibilmente sudamericane, questo tipo di giochi a carte viene introdotto in Italia in tempi abbastanza recenti. Non sono quindi giochi "nazionali", per così dire, ma sono comunque diventati particolarmente popolari fra gli appassionati di giochi a carte!
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