Per capire quando giocare o non giocare a Blackjack il metodo delle sequenze è uno dei più usati. In comune con tanti altri ha l’essere fondato sull’osservazione e non sull’applicazione di principi matematici validi per ogni colpo. Va da sé che sia più facilmente utilizzabile nei casinò fisici, visto oltretutto che le cose da memorizzare sono poche, che in quelli online con il rimescolamento delle carte ad ogni mano.
Sommario:
Questo metodo inizia con l’osservazione di una serie di mani, di solito 7 ma possono essere anche di meno o di più. 7 comunque il numero più usato. Si annotano i risultati di giocatore e banco per ogni mano secondo la semplice dicotomia Vinta-Persa e alla fine, quindi comunemente dopo la settima mano, si fa il punto della situazione. L’idea è quella che nelle successive 7 mani sia difficile che si proponga una sequenza identica. E a maggior ragione per 3 o 4 volte consecutive, anche se dal punto di vista strettamente matematico questa considerazione è infondata. C’è però anche la statistica e questa senz’altro supporta il metodo delle sequenze, peraltro usato in tanti altri giochi a partire dalla roulette. La traduzione operativa di questa idea è quella di puntare dove si è perso e di non puntare dove si è vinto, a parità di posizione. Nella sua versione più pura il metodo delle sequenze prevede progressioni quando si è in perdita, al raddoppio o con altre modalità, fra cui va citata la progressione 1-3-2-6. Senza dimenticare Parlay, Fibonacci, Paroli, D’Alembert, eccetera. Sempre nella sua versione più pura il metodo delle sequenze prevede rigidi gruppi di 7, senza far scivolare in avanti di uno il conteggio, ma la realtà dei casino è quella di chi vuole essere sempre in campo e così è frequente che si giochino 7 partite in contemporanea.
Osserviamo 7 mani di una partita di Blackjack dal punto di vista del giocatore. E annotiamo questa sequenza: Vittoria-Sconfitta-Vittoria-Vittoria-Vittoria-Sconfitta-Vittoria. All’ottava mano non si giocherà, alla nona sì. Si starà fermi anche nella decima, undicesima e dodicesima mano. Si giocherà invece nella tredicesima e non si giocherà nella quattordicesima (stiamo prendendo in considerazione serie di sette rigide, senza scivolamenti). Nel caso alla nona e alla tredicesima si perda, si prenderà in considerazione un terzo giro. Alla sedicesima si punterà il doppio (o comunque il multiplo previsto dalla progressione utilizzata) e nel caso non si vada in attivo si andrà fino alla ventesima, puntando il doppio (o il multiplo) rispetto a quanto fatto nella tredicesima. Nell’eventuale quarto giro si aumenterà ulteriormente in corrispondenza delle mani perse e così via. Si tratta quindi di un metodo aggressivo, che va all’attacco del banco evitando interminabili serie di mani con giocate a massa uguale.
Il pro del metodo delle sequenze è l’evidenza empirica: le serie, di sette o di altre lunghezze, nel Blackjack non è che si ripetano all’infinito e quindi c’è sempre un momento in cui il giocatore in campo inizia il suo recupero nei confronti del dealer. Inoltre la sua aggressività permette in periodi di tempo limitati di mettere davvero in difficoltà il banco, che come in tutti i giochi da casino non teme le puntate a massa uguale. Anche i contro sono fondamentalmente due: la vaghezza sul da farsi quando si decide di giocare (ma viene in soccorso la solita ed inevitabile tabella universale) e soprattutto l’aumento rapidissimo dell’esposizione quando si è in perdita. È per questo che con il metodo delle sequenze la gestione del bankroll è forse più importante di come giocare.
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